Il Ddl Lorenzin crea nuovi profili lavorativi per la Sanità italiana: recepito l’emendamento sul riordino degli ordini professionali sanitari, l’istituzione dell’Area per le professioni socio sanitarie è prossima.
Il Ddl Lorenzin crea nuovi profili lavorativi per la Sanità italiana: recepito l’emendamento sul riordino degli ordini professionali sanitari, l’istituzione dell’Area per le professioni socio sanitarie è prossima.
Le professioni socio-sanitarie godranno di percorsi formativi per esercitare la professione all’interno del SSN: quanto previsto nel DPR 761/1979 riguardo alle posizioni lavorative all’interno della Sanità sarà completamente rivisto a favore di nuove figure professionali.
Il rischio del riordino delle professioni sanitarie è però la sovrapposizione di ruoli e competenze, per questo motivo il Ministero della Salute dovrà occuparsi di rivedere i percorsi accademici con le Università, con il Consiglio Superiore della Sanità e con il CUN.
Gli ordini professionali della Sanità in questione sono già operanti nel nostro SSN, si tratta infatti di assistenti sociali, sociologi, OSS ed educatori professionali (solo per citarne alcuni), ma non è escluso che nascano altre figure professionali.
Il riordino degli ordini professionali in Sanità
Il riordino degli ordini professionali in Sanità passa per l’Art. 3 del Ddl Lorenzin, grazie al quale saranno istituiti nuovi profili lavorativi per una più complessiva tutela della salute. Essa va infatti vista come stato di benessere fisico, ma anche psichico e sociale ed il SSN dovrà adeguarsi a queste esigenze.
Il DPR 761/1979 suddivide i lavoratori della Sanità in 4 ordini, tra cui possiamo contare il personale specificatamente sanitario, i professionisti, i tecnici e gli amministrativi.
Le competenze specifiche corrispondenti ai ruoli di questa impostazione, tuttavia, non sono più adeguate alle esigenze dei pazienti, poiché la tutela cambia con l’avanzamento tecnologico e con i nuovi contesti.
Gli ordini professionali così suddivisi, ad esempio, non riconoscono il carattere di specialista alle professioni come OSS, assistenti sociali ed educatori professionali. Con il riordino, invece, anche gli operatori socio sanitari saranno riconosciuti come professionisti in tutto il territorio nazionale.
Il loro esercizio sarà in base al fabbisogno dell’utenza: il Patto per la Salute e i Piani Sanitari regionali conterranno gli obiettivi da raggiungere e le risorse da deputare ai nuovi professionisti.
Ordini e rappresentanza: altre novità del Ddl Lorenzin
Il Ddl Lorenzin non si limita al riordino degli ordini professionali in Sanità, ma rinnova anche la disciplina sulla rappresentanza dei singoli ordini. Riguardo alle cariche di presidenza di ordine e federazione sarà previsto il limite di due mandati, con la garanzia di parità di genere.
Per il Ministero della Salute, inoltre, non sarà più possibile cumulare l’impegno sindacale con la rappresentanza professionale, con il divieto appunto di ricoprire posizioni di presidenza. Il caso di un sindacalista presidente dell’Ordine dei Medici potrebbe creare confusione e sospetti di conflitto di interesse.
Tra le novità del Ddl Lorenzin spicca anche l’inserimento dei seggi all’interno delle strutture sanitarie e degli ospedali, con la possibilità di voto telematico per la rappresentanza nel SSN, nonché l’aumento dei voti necessari all’approvazione dei codici deontologici delle professioni.
Le novità sono molte e gli emendamenti si susseguono senza ostacoli. Non ci resta che attendere ulteriori sviluppi.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Riordino ordini professionali in Sanità: nuovi profili con Ddl Lorenzin