L’articolo 53 Costituzione tra capacità contributiva e progressività

Veronica Santini - Imposte

Capacità contributiva e progressività sono due principi costituzionali cardine dell'attuale sistema tributario ma entrambi sono messi in crisi a causa dell'evasione fiscale e della generalizzata diffusione di imposte sostitutive, eccezioni, estrogeni tributari che, soprattutto negli ultimi anni, hanno caratterizzato la legislazione fiscale nazionale

L'articolo 53 Costituzione tra capacità contributiva e progressività

L’articolo 53 della Costituzione tratta due temi fondamentali dal punto di vista del diritto tributario: la capacità contributiva e la progressività dell’imposizione fiscale.

L’articolo 53 della Costituzione, posto nella Sezione I. Diritti e doveri dei cittadini, Titolo IV. Rapporti politici, recita:

Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.

Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

Articolo 53 Costituzione: cosa si intende per capacità contributiva

L’articolo 53 della Costituzione sostiene che tutti i cittadini, anche apolidi e stranieri, che risiedono in Italia hanno il dovere di pagare le imposte.

Tuttavia, vi è un limite costituzionale.

L’obbligo di pagamento delle imposte deve rispettare necessariamente la capacità contributiva del cittadino, vale a dire la sua possibilità economica.

L’articolo 53 della Costituzione, che difende il dovere di concorrere alle spese pubbliche, richiama senza dubbio gli articoli fondamentali 2 e 3 della Costituzione, i quali manifestano il principio di solidarietà e di eguaglianza di tutti i cittadini nello Stato Italiano.

Purtroppo gli ancora elevati livelli di evasione fiscale - nonostante la riduzione di questi ultimi anni - di fatto riducono la portata applicativa reale di questo principio.

Articolo 53 Costituzione: cosa si intende per criteri di progressività

L’articolo 53 della Costituzione sostiene che l’imposta che i cittadini, anche apolidi e stranieri, sono tenuti a versare è proporzionale all’aumentare della loro possibilità economica.

In altre parole, l’imposta cresce con il crescere del reddito.

Il rilievo del criterio di progressività risiede nel gravare sulle classi sociali più abbienti così da poter soccorrere e sostenere le classi sociali in difficoltà, garantendo i diritti e i servizi sociali fondamentali quali la pubblica istruzione, l’assistenza sanitaria, la previdenza sociale e l’indennità di disoccupazione, criteri sui quali si basa lo Stato Sociale Italiano.

A livello pratico l’attuazione del principio di progressività nel sistema fiscale italiano è garantito dall’IRPEF, l’imposta sul reddito delle persone fisiche.

Tuttavia, corre l’obbligo di evidenziare quanto questo principio sia messo in crisi dalle diverse imposte sostitutive, eccezioni, estrogeni tributari che, soprattutto negli ultimi anni, hanno caratterizzato la legislazione fiscale nazionale.

Allo stesso modo, è doveroso precisare che i criteri di capacità contributiva e di progressività non esonerano i cittadini in difficoltà dalle imposte indirette, il cui massimo esempio risiede nell’IVA, l’imposta sul valore aggiunto.

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